Si al nuovo Codice degli appalti, purché tuteli l’ambiente e la salute.
Sono in discussione in queste ore diverse ipotesi di riforma del Codice degli appalti. A mio avviso un atto necessario. Riformare il Codice degli appalti deve significare dare maggiori e più rapide risposte ai cittadini. Sin troppe opere in Italia restano al palo, sin troppe idee si bloccano per via di una burocrazia e una legislatura farraginosa. Tuttavia non può essere l’ambiente a rimetterci e non si può correre il rischio di affidare lavori a ditte poco chiare.
È troppo rischioso applicare il “modello Genova”. Con il “modello Genova” si saltavano le procedure della valutazione di impatto ambientale e della valutazione ambientale strategica. Può essere un rischio tollerabile in occasione di una emergenza e di un commissario che se ne assume la responsabilità ma non può diventare una regola. Sopratutto alla luce delle sempre più evidenti correlazioni fra inquinamento da particolato e malattie respiratorie. Non possiamo e non dobbiamo più pensare l’ambiente e la salute come temi disgiunti. La natura che viviamo è il nostro habitat, la nostra casa comune, e la sua difesa deve essere il principio cardine sul quale poter operare tutte le nostre scelte.
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