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Decreto legge “semplificazioni”, le ragioni del mio non voto.

Non si ammettono deroghe alla coerenza, dunque alla dignità, alla storia politica individuale. Perciò, insieme a diversi colleghi – deputati 5 Stelle – della commissione Ambiente, ho deciso di non votare il dl Semplificazioni. Infatti, benché con alcuni ordini del giorno, approvati in Aula, si è cercato di correggere il testo (almeno negli auspici), nel provvedimento figurano norme che snaturano l’identità e la vocazione ambientalista del Movimento 5 Stelle, che sminuiscono il nostro impegno sui territori e quanto abbiamo detto e fatto in tema di sviluppo sostenibile, di salvaguardia del patrimonio italiano di natura e cultura, cioè la base, il capitale più importante per costruire un futuro migliore.

 

Nella fattispecie bisognava trovare un punto di equilibrio tra l’esigenza di favorire la ripresa economica, dunque la ripartenza del Paese, e la necessità di preservare l’ambiente e i beni comuni, peraltro oggetto di una mia specifica proposta di legge che rafforza le tutele per agevolare l’economia circolare e la crescita della comunità.

 

La decretazione d’urgenza è strumento indispensabile, di fronte a catastrofi economiche e sociali come il Covid. Ciononostante, rispetto a questioni primarie il dibattito politico non può essere compresso né saltato, come invece è successo con la rapida approvazione di alcuni emendamenti, al dl Semplificazioni, in tema di ambiente e beni comuni. Il confronto democratico resta doveroso, quando si legifera sulle condizioni essenziali della vita umana, direttamente collegate alla difesa dell’ambiente come casa comune, tanto cara al Papa e alla nostra modernità. Rispetto a questi argomenti, che travalicano ogni confine, è un errore politico soffocare la discussione (parlamentare), impoverirla, piegarla ai tempi e ritmi propri del decreto legge.

 

Così è stato, purtroppo. Allora ci siamo ritrovati a subire emendamenti, per esempio, che:

 

  1. escludono la procedura di dibattito pubblico dall’iter autorizzativo di grandi opere infrastrutturali;
  2. consentono di riproporre provvedimenti già annullati dal giudice per vizi di atti interni al procedimento amministrativo;
  3. permettono, in deroga a eventuali dichiarazioni di interesse culturale o pubblico, di trasformare impianti sportivi per le competizioni di livello professionistico;
  4. prevedono l’iscrizione più o meno diretta, cioè senza particolari verifiche, all’Albo gestori ambientali ai fini del recupero di materiali ferrosi (e Dio sa quanto mi sia sgolato a denunciare che già per quella ordinaria si può incredibilmente fare a meno della certificazione antimafia);
  5. riducono le garanzie indispensabili allo stoccaggio geologico di anidride carbonica;
  6. autorizzano la ricostruzione, con la sola Scia (Segnalazione certificata di inizio attività), di edifici crollati, archiviando ogni altro aspetto e permesso.

 

Per onestà intellettuale devo dire che nel dl Semplificazioni (per come emendato) ci sono non pochi elementi positivi. Intanto si ristabilisce l’obbligo di bonifica per le acque sotterranee, con lo svincolo delle garanzie finanziarie che il privato deve depositare solo al termine delle bonifiche. In merito alla Valutazione di Impatto Ambientale (V.I.A.), i miglioramenti riguardano i termini della partecipazione dei cittadini per le osservazioni sui progetti. In particolare, essi vengono riportati a quelli precedenti al decreto per la Verifica di Assoggettabilità a V.I.A.: si torna ai 45 giorni. Ancora, per la V.I.A. nazionale si ritorna ai 60 giorni. Sempre a proposito della V.I.A. è stato approvato un emendamento circa l’obbligo, terminati i lavori di un’opera, di depositare e pubblicare i documenti di fine lavori, comprensivi di rapporto sull’attuazione delle prescrizioni di carattere ambientale. Aggiungo che sono approvati due emendamenti al fine di evitare, nelle aree di uso civico, la realizzazione di gasdotti senza il coinvolgimento delle comunità che ne detengono i diritti. Infine, è stato salvaguardato l’obbligo di raccogliere le indagini archeologiche preventive, prima di procedere alla V.I.A..

 

Tuttavia, non riesco a vedere il bicchiere mezzo pieno, sicché non potevo ignorare le criticità del provvedimento. Per questo mi sento a posto con la mia coscienza, con gli elettori che il 4 marzo del 2018 ci hanno votato sulla base del programma e degli impegni assunti, con chi ha creduto e crede nei nostri princìpi, nelle nostre promesse, nelle nostre azioni.

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