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Affitti per le scuole, la mia replica al sindaco Mascaro

Sui fondi statali per l’affitto degli spazi, per il loro adattamento alle esigenze didattiche e per i noleggi di strutture temporanee a uso didattico, il sindaco lametino Paolo Mascaro può raccontare tutte le favole che vuole, da Cappuccetto rosso fino a Pinocchio. Nessuno dimentichi, tuttavia, che in politica come nell’amministrazione pubblica contano sempre gli atti ufficiali e mai le fantasie.

di Giuseppe d’Ippolito

È parte della mia replica a un comunicato stampa del Comune di Lamezia Terme sulle risorse che il ministero dell’Istruzione ha messo a disposizione per gli affitti, da parte dei Comuni, utili alla ripresa in sicurezza delle scuole.

Sul sito del ministero dell’Istruzione  sono disponibili i due recenti avvisi per la distribuzione delle risorse destinate a pagare gli affitti in questione, affiancati dai relativi elenchi di tutti gli enti beneficiari, in cui non compare affatto il Comune di Lamezia Terme. Questi i fatti, posto che chiunque è libero di emulare i capolavori letterari di Perrault, dei fratelli Grimm o di Carlo Collodi.

Mascaro e sodali parlano di risorse ricevute per la progettazione, che alla luce delle nuove norme il Comune di Lamezia Terme poteva tranquillamente evitare di dare all’esterno, nonché di fondi per la realizzazione di interventi edilizi. Io parlo, invece, dei soldi stanziati per gli affitti, che come raccontano i documenti ufficiali lo stesso Comune non è stato in grado di prendere anche solo a titolo di noleggio, benché nella propria, fumosa nota lasci intendere il contrario.

Potremmo chiudere questa storia con una battuta, se non riguardasse il sacrosanto diritto all’istruzione garantito ai minori: io gioco a denari, Mascaro risponde a bastoni. Ribadisco ancora una volta, il sindaco ha  i poteri commissariali conferitigli dal decreto legge Scuola. A ogni potere, come il primo cittadino sa bene, corrisponde una responsabilità

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