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Inquinamento e coronavirus, il Governo fermi le produzioni inquinanti non indispensabili

Raccolgo l’appello del presidente della Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima), Alessandro Miani, che ha invitato il governo a utilizzare il “Recovery Fund” «su progettualità concrete che possano ridurre nel breve/medio periodo l’impatto dell’uomo sull’ambiente con l’abbandono dei combustibili fossili e per una rapida transizione energetica ed ecologica verso una ripartenza verde che coniughi il giusto progresso economico con la sostenibilità ambientale necessaria alla tutela della salute umana». È esattamente il nostro obiettivo: sia come Movimento 5 Stelle, sia come “socio” della maggioranza di governo.

In una mia interrogazione parlamentare, presentata durante il lockdown, avevo evidenziato il nesso, presunto ma probabile, tra inquinamento e diffusione del Covid, invitando l’esecutivo nazionale a valutare, per esempio, la sospensione dell’attività di centrali a biomasse, notoriamente inquinanti, non strettamente indispensabili. A riguardo avevo indicato, con tutti gli elementi del caso, la centrale del Mercure, che paradossalmente si trova all’interno del Parco nazionale del Pollino.

Di recente è stata pubblicata una specifica ricerca della Sima, basata su analisi eseguite su 34 campioni di PM10 nell’aria di siti industriali della provincia di Bergamo, raccolti dal 21 febbraio al 13 marzo. Nei campioni di particolato atmosferico (le cosiddette “polveri sottili”) sono state trovate tracce dell’Rna di Sars-CoV-2. Secondo Gianluigi De Gennaro, professore di Chimica dell’Ambiente nell’Università di Bari, «questa è la prima prova che l’Rna del SARS-CoV-2 può essere presente sul particolato in aria». Ciò significa, ha spiegato l’esperto, che, in condizioni di stabilità atmosferica e alte concentrazioni di PM, le micro-goccioline infettate contenenti il nuovo coronavirus si possono stabilizzare sulle particelle per creare dei cluster col particolato, aumentando la persistenza del virus nell’atmosfera. Stesa ipotesi è contenuta in varie ricerche internazionali; anche se non è ancora chiaro se la presenza in aria dell’Rna virale possa (e quanto) determinare la diffusione del Covid.

Insisto, però, sul principio di precauzione, che dovrebbe indurre l’esecutivo a ragionare sulla sospensione – specie ora, con la proroga dell’emergenza sanitaria – di impianti inquinanti non strettamente utili al Paese.

Dal canto suo, il governo giallorosso si sta muovendo, grazie anche al nostro lavoro parlamentare, per accelerare la transizione energetica, l’economia verde e circolare e la sostenibilità ambientale, posto che l’ambiente è la base per costruire un futuro migliore fondato sulla tutela della salute, sulla disponibilità e fruibilità dei beni comuni, sull’acqua pubblica, sull’occupazione reale e sulla giustizia sociale. Il mio impegno va tutto in questa direzione.

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