Il mio attacco a Ultimo sul Piano rifiuti
Mi ero già pronunciato sulle nuove linee guida del Piano di gestione rifiuti della Calabria, annunciate in pompa magna dall’assessore regionale al ramo, il colonnello Ultimo. Alla luce degli atti ufficiali che ho letto, confermo che sono una scrittura sulla sabbia, un palazzo privo di fondamenta, una mandrakata comunicativa.
di Giuseppe d’Ippolito
Gli impianti Flameless indicati da Ultimo sono vecchi come il cucco e nel mondo non hanno mai trovato sviluppo poiché costosissimi e inquinanti. Comunque essi producono, sebbene ridotti, gas nocivi, micropolveri e nanopolveri. Inoltre, i residui della combustione senza fiamma non possono, al contrario di quanto affermato da Di Caprio, essere considerati fuori qualifica di rifiuto e utilizzati per produrre le mattonelle per l’edilizia, in quanto sono classificati come “rifiuto speciale”. La loro possibile frammentazione produce la fuoriuscita di residui altamente tossici, al pari delle ceneri della combustione tradizionale e, come queste, provocano problemi per il loro smaltimento.
Lo prova il fatto che il primo impianto sperimentale Flameless a Gioia del Colle, in provincia di Bari, è attualmente sotto sequestro per le suddette motivazioni. Se De Caprio mi avesse chiesto suggerimenti, gli avrei detto che ci sono impianti di separazione ottimi che portano direttamente a riciclo, Tmb aeraulici, magnetici e altri. Dunque non capisco perché Ultimo abbia scelto di buttare soldi pubblici in questo modo.
Credo che, soprattutto in Calabria, permanga una visione patologica dell’energia e dell’ambiente. La ricerca sta portando alla degradazione enzimatica di molti rifiuti residui, di questo si parla a livello di innovazione gestionale. Quelli dell’assessore Ultimo e della giunta regionale timonata da Spirlì mi sembrano rigurgiti di un passato fallito, peraltro di pura propaganda elettorale.
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