“Mistero” Sorical: sono state cedute anche le quote della Regione?
Su Sorical emerge un altro pesante interrogativo. Anche le quote della Regione Calabria, che ne è il socio pubblico, sono state concesse in pegno a garanzia del prestito milionario che la società ha contratto con la banca tedesco-irlandese Depfa?
di Giuseppe d’Ippolito
Se così fosse, le conseguenze sarebbero tremende: significherebbe che quel prestito verrebbe rimborsato con i soldi dei cittadini dei calabresi, quindi più di qualcuno dovrebbe risponderne a capo chino e nascondendo la faccia. Oltretutto, se fossero state impegnate anche le quote della Regione, Depfa potrebbe avere il controllo dominante del capitale sociale di Sorical, il che cancellerebbe ogni ipotesi di trasformarla in soggetto completamente pubblico e di affidarle la gestione dell’intero servizio idrico regionale.
Queste mie ulteriori domande non sono peregrine, perché qualche anno fa Raimondo Besson, già amministratore delegato della società mista Acqualatina e della “gemella” Sorical, descrisse l’accordo finanziario concluso tra Depfa Bank e l’azienda laziale, ricordando che a garanzia di quel prestito vennero date in pegno quote di azioni del socio privato Veolia e anche del socio pubblico, cioè il Comune di Latina e altri enti. Contestualmente, Roberto Lossio, allora assessore all’Ambiente a Latina, spiegò che in sostanza l’atto di pegno serviva a garantire alla banca estera oltre i due terzi del controllo del capitale sociale di Acqualatina e che, in caso di mancato rispetto delle clausole, Depfa poteva andare in assemblea e decidere ogni cosa.
Anche sulla specifica e non lieve questione che ho posto, pretendo che l’assessore regionale Ultimo, il commissario liquidatore di Sorical, Calabretta, e il presidente dell’Autorità idrica regionale, Manna, diano una parola unica, di verità, prima che si decida chi dovrà essere il futuro gestore del servizio idrico calabrese. Prevenire è meglio che curare.
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