Blog

Reparto Covid Lamezia, mia interrogazione su sua frettolosa attivazione

Non accetto che l’Asp di Catanzaro giustifichi la frettolosa attivazione del reparto Covid nell’ospedale di Lamezia Terme con la pressione dell’emergenza e con il generico dovere dei sanitari di mettersi a disposizione.

di Giuseppe d’Ippolito

Lo affermo a seguito dell’incontro che a riguardo ho avuto con la commissaria dell’Asp di Catanzaro, Luisa Latella, e con i dirigenti aziendali Mancuso, Calderazzo, Tedesco, Bonacci e Marchitelli. All’incontro hanno partecipato anche Nadia Donato, presidente dell’associazione lametina Senza nodi, e Felice Lentidoro, segretario regionale di Cittadinanza attiva.

Ho potuto ricostruire i fatti sulla scorta di precisi elementi documentali, non smentiti nella circostanza. Parte del personale sanitario dell’ospedale lametino non è stato utilizzato in via esclusiva per l’assistenza dei pazienti Covid lì ricoverati e, a quanto pare, non isolati a modo come invece doveva essere. Questo reparto è stato allestito troppo alla svelta, sulla base di ordinanze del sostituto presidente Spirlì che hanno scavalcato il documento di riordino della rete ospedaliera nell’emergenza in atto, approvato nel giugno scorso con specifico decreto commissariale. Tutto ciò ha creato dei rischi e purtroppo sono avvenuti contagi di sanitari lametini, le cui cause andranno accertate nelle sedi di competenza.

Avevo espresso ferma contrarietà rispetto all’attivazione del reparto Covid nell’ospedale lametino, che invece doveva avere, stando al piano del commissario ad acta, l’unico in vigore, un’altra configurazione. La commissaria dell’Asp di Catanzaro e i vari dirigenti interessati si assumano le loro responsabilità. Davanti alle argomentazioni esposte, c’è stata una reazione scomposta e inopportuna di Latella e dei dirigenti dell’Asp presenti all’incontro. Difenderò sempre i cittadini lametini e resterò con loro nella ricerca della pura verità.

Il commissario Longo riporti ordine in questa storia. Lo chiederò anzitutto con un’interrogazione rivolta al presidente del Consiglio e al ministro della Salute. Delle due l’una: o il titolare della programmazione Covid resta impropriamente Spirlì oppure è Longo, per come, invece, indicato dalla legge. I drammi della prima ondata pandemica dovrebbero averci insegnato che gli ospedali sono luoghi di diffusione del Covid, per cui vanno in primo luogo adottate tutte le precauzioni del caso. Pertanto non è ammissibile, come ha fatto l’Asp, giustificare le scelte operate richiamandosi al generico dovere di cura in capo ai sanitari, senza aver verificato a fondo l’esistenza delle necessarie garanzie di sicurezza nell’assistenza dei pazienti colpiti dal virus.

No Comments

Leave a Reply