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Autonomia differenziata

Autonomia differenziata, presento pdl costituzionale per cancellarla

Autonomia differenziata, presento pdl costituzionale per cancellarla, urgente colmare il divario tra il Sud e il resto dell’Italia

Il terzo comma dell’articolo 116 della Costituzione è abrogata. È asciutta e netta la proposta di legge costituzionale che ho presentato alla Camera, volta a cancellare l’autonomia differenziata dalla Carta costituzionale e dunque a bloccare per sempre ogni tentativo di attuarla a discapito del Sud, che merita molta più attenzione, a partire dalla necessità di disporre di maggiori risorse per tutelare il diritto alla salute e al lavoro, anche per fermare l’emigrazione e la criminalità organizzata.

La mia proposta di legge per cancellare l’autonomia differenziata

Avevo già annunciato  la presentazione di questa proposta di legge, dopo aver disertato il voto della Nota di aggiornamento del Documento di Economia e Finanza e del collegato ddl attuativo dell’autonomia differenziata, in disaccordo con il provvedimento.

Finora non si è tenuto conto, dei problemi che la pandemia e l’emergenza sanitaria, a partire dal marzo 2020, hanno fatto emergere o determinato, sia per quanto concerne la tutela della salute, sia per quanto riguarda la ripartenza e la ripresa del Paese nel solco della transizione ecologica e della transizione digitale.

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È doveroso fermare la crescita del divario tra il Sud e il Nord dell’Italia, anche in applicazione dei princìpi di coesione dettati e pretesi dall’Unione europea. Perciò l’autonomia differenziata appare come un vulnus, perché servirebbe soltanto alle Regioni economicamente più ricche e meglio attrezzate sul piano amministrativo.

La presente proposta di legge costituzionale intende anche aprire un più ampio dibattito parlamentare sulla distanza del Sud dal resto del Paese e avviare un confronto obiettivo  sulla necessità di garantire maggiore coesione tra le diverse aree dell’Italia, posto che il Mezzogiorno continua a spopolarsi e ad impoverirsi economicamente, anche per motivi legati alla carenza di un’offerta sanitaria adeguata e all’inquinamento criminale del territorio e delle amministrazioni pubbliche, spesso collegato alla mancanza di lavoro e di possibilità di crescita del tessuto imprenditoriale e di nascita e sviluppo di nuove imprese.