Lotta alla ‘ndrangheta, lo Stato c’è (e si vede)

Oggi ho partecipato a un importante incontro con il sottosegretario all’Interno Carlo Sibilia, venuto in Calabria per testimoniare la determinazione dello Stato contro le infiltrazioni mafiose, e il prefetto di Catanzaro, Francesca Ferrandino.

di Giuseppe d’Ippolito

Il sottosegretario ha detto a chiare lettere che «il governo non lascia la Calabria da sola». Abbiamo discusso di questioni cruciali, intanto delle modifiche sul delitto di voto di scambio politico-mafiosodi cui all’art. 416-ter del codice penale. Ricordo che è stata estesa la punibilità anche ai casi in cui la condotta incriminata sia stata realizzata mediante il ricorso ad intermediari. L’intermediario può sostituirsi sia al politico, accettando al suo posto la promessa del sostegno elettorale, sia al mafioso, promettendo di procurare i voti. Estesa la condotta penalmente rilevante: aggiunta alla promessa di procurare voti con le modalità mafiose, la promessa che provenga da “soggetti appartenenti alle associazioni” mafiose. Ampliato ulteriormente l’oggetto della controprestazione di chi ottiene la promessa di voti. Adesso è contemplato non solo il denaro e ogni altra utilità, ma anche “la disponibilità a soddisfare gli interessi o le esigenze della associazione mafiosa”. Inasprita la pena,che passa dalla reclusione da 6 a 12 anni alla reclusione da 10 a 15 anni. Prevista un’aggravantedi evento; se, infatti, chi ha concluso l’accordo con il mafioso viene eletto, la pena prevista per lo scambio elettorale politico mafioso è aumentata della metà. Prevista, in caso di condanna, l’irrogazione della pena accessoria dell’interdizione perpetua dai pubblici uffici.

Abbiamo fatto anche altro, di cui abbiamo parlato nell’incontro odierno. Mi riferisco alla legge anticorruzione, cioè la “Spazza-corrotti”, che contiene misure forti per il contrasto deireati contro la pubblica amministrazione, le norme sulla prescrizione del reato e sulla trasparenza dei partiti e movimenti politici.

Inoltre abbiamo ricordato il ruolo del Reddito di cittadinanza, che in Calabria spetta a 101,6mila persone, utile anche a tenere lontani i più deboli dagli eserciti della criminalità organizzata.

Dall’incontro è infine emerso che il governo sta valutando se impugnare la sentenza con cui il Tar del Lazio ha annullato lo scioglimento del Comune di Lamezia Termeper infiltrazioni.