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Primo maggio, noi italiani sappiamo rinascere

Per marzo 2020 l’Istat certifica un boom del numero degli inattivi in Italia, cioè di coloro che hanno smesso di cercare un impiego ed escono dalla forza lavoro.

Il Covid-19 ha scoraggiato soprattutto chi non aveva lavoro ma lo cercava. Sono 267mila le persone (circa l’11% della forza lavoro) che hanno detto “basta” persino all’idea di un impiego.
Di fatto il 2019 era stato positivo per il lavoro degli italiani: le misure del nostro governo stavano dando i primi importanti frutti.

Oltre ad aver dato dignità a milioni di famiglie, il Reddito di cittadinanza ha fatto rientrare tanti italiani nella forza lavoro. Quota 100 ha propiziato un ricambio di lavoratori dipendenti, favorendo l’occupazione dei giovani, che nel 2019 ha toccato il massimo dal 1977.

Con l’emergenza coronavirus, il Primo maggio 2020 arriva come impietosa occasione per riflettere, nel momento in cui il lavoro – e in genere l’economia dell’Italia e dell’intera Europa – è in più in difficoltà.

Un momento nel quale il diritto alla stessa sussistenza rischia di surclassare il diritto al lavoro. Questo accade specialmente nel Sud, dove il primo, amato articolo della nostra Costituzione è sempre stato disatteso.

Bisogna stringere i denti e andare avanti. Noi italiani sappiamo sempre rinascere affidandoci alla solidarietà, alla creatività e al sacrificio. Facciamo nostro un verso di Friedrich Hölderlin: “là dove c’è il pericolo, cresce anche ciò che salva”.

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