Covid all’ospedale di Lamezia: ho chiesto verifiche
Nel corso di un consiglio comunale aperto avevo già espresso chiare perplessità rispetto all’apertura di un reparto Covid nell’ospedale di Lamezia Terme, per mancanza di piene garanzie di sicurezza. I recenti contagi di personale sanitario mi hanno purtroppo dato ragione.
di Giuseppe d’Ippolito
Secondo quanto riferito dal precedente commissario, Saverio Cotticelli, a riguardo nell’ospedale di Lamezia dovevano essere assunti a tempo indeterminato, dedicati al solo Covid, 10 dirigenti medici, 20 infermieri e 8 Oss, con parte dei 18,4 milioni inviati dal governo per l’emergenza sanitaria. La Regione Calabria aveva pubblicato un’apposita manifestazione di interesse e l’allora dirigente generale Antonio Belcastro aveva mandato alle varie aziende sanitarie il fabbisogno previsto, chiedendo di scegliere il personale sulla base dei curricula trasmessi dal dipartimento regionale Tutela della salute e con il criterio di maggiore prossimità, per quanto riguarda i medici, rispetto alla sede di lavoro. So che poi si sono presentate delle difficoltà, in merito al reclutamento di questo personale. Inoltre, a seguito di ordinanza, dell’ottobre scorso, della presidente della Regione e di successive del suo sostituto, si è imposta in fretta l’attivazione di reparti Covid, peraltro senza il coinvolgimento del commissario alla Sanità regionale, che è stato scavalcato.
Questa prassi non può essere ignorata. Occorre accertare, sia per l’ospedale lametino che per gli altri interessati alla riconversione di posti letto ordinari, con quali presupposti di diritto, di sicurezza, di effettiva disponibilità di personale dedicato e di organizzazione sia stata ordinata l’apertura di reparti Covid da parte della Regione Calabria.
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