Ho “bocciato” l’Atto aziendale dell’Asp di Catanzaro
Non condivido l’Atto aziendale predisposto dall’Asp di Catanzaro, che non soddisfa le esigenze del territorio, si discosta dalle Linee guida e presenta scelte di scarsa utilità.
di Giuseppe d’Ippolito
Intanto appare inutile la previsione del dipartimento Igienico-organizzativo a Soverato. A chi giova? Si tratta, come peraltro è stato sottolineato dai sindacati, di una forzatura, poiché al di fuori delle norme ministeriali e delle Linee guida. Lì c’è un ospedale generale che merita attenzione per le buone cure, che sono tutt’altra cosa rispetto alle poltrone dei burocrati. Inoltre l’Asp di Catanzaro non dà conto delle necessarie assunzioni di personale, che servono come il pane, intanto per il corretto funzionamento dello Spoke di Lamezia Terme. Questo Atto aziendale si basa su una visione sbagliata, che trascura le esigenze della medicina territoriale e della prevenzione, cui invece le Linee guida nazionali attribuiscono importanza primaria per affrontare l’emergenza Covid.
Ancora, non compensa i riferiti errori l’idea di attivare 12 posti letto nell’ospedale di Soveria Mannelli per i disturbi alimentari; il che è comunque un aspetto positivo. Tuttavia, l’Asp di Catanzaro dovrebbe essere più operativa e rimediare al lungo e grave abbandono dell’ospedale di Soveria Mannelli; intanto con riferimento alle risorse umane, previste nell’ambito della rete dell’assistenza ospedaliera ma ancora mancanti.
Quindi mi appello al commissario Longo, cui toccherà valutare questo Atto aziendale, affinché faccia modificare i punti che ho riassunto, che lo rendono inaccettabile
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